10 – I giocatori di tennis tavolo

Dopo un mese abbondante di allenamento a tennis tavolo ho due considerazioni da fare. La prima riguarda le tipologie di giocatori incontrati. Il tennis tavolo è composto fondamentalmente da una pallina, un tavolo e due racchette eppure la varietà che può scaturire da questa semplice combinazione lascia sbalorditi.

Ho conosciuto giocatori forti e meno forti. Giocatori attaccanti e giocatori difensori. Quelli che usano racchette con gomme lisce e quelli che preferiscono le puntinate, quelli che schiacciano e giocano di potenza e quelli che palleggiano e studiano ogni colpo. Giocatori molto giovani, altri ad un passo dalla pensione. Ognuno di loro mette in campo una personalità, ed è questo forse l’aspetto più interessante del ping pong, il riuscire a farti venire fuori per quello che sei. Proprio l’incontro-scontro con tutte queste diverse tipologie di giocatori è un continuo mettersi alla prova, un continuo conoscere-sé-stessi. Se fosse un videogioco parleremmo di una longevità praticamente infinita.

Questo aspetto psicologico del gioco è molto emozionante. Ho visto ragazzi giovani, con una tecnica e un gioco molto avanzato, perdere contro giocatori più anziani con un gioco molto più statico e, se vogliamo, più scontato e noioso. Ragazzini con appena due tre anni di allenamenti sulle spalle sbaragliare gente che è una vita che gioca. Buoni giocatori perdere le partite per mancanza di convinzione, carattere, fiducia.

Ogni partita non sai mai come può andare a finire. C’è molto di più di gambe e racchetta che si mette in gioco quando inizia un incontro. La poca lucidità e la mancanza di concentrazione ad esempio sono letali. Spesso negli allenamenti manca questo importantissimo ingrediente.

La seconda cosa che ho notato è che il ping pong è uno sport di estrema accoglienza. E’ uno sport democratico. E’ così alla portata di tutti che per tutti c’è uno spazio e una possibilità. Se sei forte continuerai a migliorare e ad aiutare chi è meno forte di te, se sei scarso prima o poi imparerai a fare quel colpo che non ti riesce. Non c’è di fatto un limite iniziale che possa impedire a qualcuno di fare meglio e arrivare a buoni livelli.

Il ping pong è uno sport economico, aperto davvero a tutti. In Cina è sport nazionale anche per questo motivo (15 milioni di iscritti!). Fin dagli albori era possibile mettere a disposizione di moltissime persone il necessario per iniziare a costi molto bassi, permettendo alla popolazione di giocare, allenarsi, tenersi in forma. In questo modo, incentivandone la pratica, l’intera nazione ne ha giovato, sfornando campioni oggi praticamente imbattibili.

Per quanto visto finora è molto raro trovare un giocatore che non voglia condividere parte delle sue capacità. L’umiltà alla quale si deve sottostare all’inizio dell’apprendimento è una scuola che porta in seguito alla condivisione piuttosto che all’isolamento. In ogni caso come detto prima, non si scappa da quello che si è – di fronte al campione e all’ultimo arrivato – e da tutti si impara direttamente o indirettamente qualcosa.

Detto questo il Genio del ping pong ci tiene a sottolineare che non ci si deve mai e poi mai lasciare distrarre da chi ci sta di fronte e, al contrario, concentrarsi sempre, unicamente, indistintamente, sulla pallina.

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Nella foto qui sopra: lo scrittore americano Henry Miller non si lascia distrarre da nulla.

Nella foto in alto: Dorothy De Low gioca a 100 anni suonati.

 

 

 

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